È facile sentir parlare male della Mediaset, oggi viene invocata spesso per quella fallacia logica di cui vi avevamo già parlato ( vedi), ad esempio si possono trovare in rete ragionamenti di questo tipo (naturalmente per ragioni di spazio lo semplifico) ovvero le reti Mediaset fanno programmi stupidi, se vedo un programma stupido in qualsiasi altro rete è colpa di Mediaset che ha imposto questo standard.Questo ragionamento è completamente errato, ma lo si ritrova spesso nei commenti e negli articoli più seguiti.
La logica di questo tipo di pensiero si può tradurre in questa maniera:
Recentemente ha fatto molto notizia l’eliminazione dei servizi Megaupload e Megavideo ( noi ne avevamo parlato in questo articolo) a causa della possibilità di scaricare di film e di musica, violando in questo modo il copyright. Tuttavia bisogna anche ricordare che i due siti, in particolare Megavideo fornivano anche un servizio utile agli utenti, ovvero quello di poter mettere in rete i loro dati.
Se vi ricordate quando si accedeva a Megavideo direttamente ( magari cercando “Megavideo” su Google) si arrivava alla sua pagina principale. Da questa non si riusciva a trovare i film interi che hanno causato la sua rovina, ma si potevano solo ricercare video con durate che non superavano solitamente i 10 minuti. Era una sorta di Youtube, poi molto probabilmente questa facciata serviva solo da copertura e infatti i film erano salvati con nomi modificati e si accedeva ad essi solo attraverso link da siti esterni.
In tutti i casi i funzionari federali hanno detto alle imprese di stoccaggio di questi dati Carpathia Hosting e Congent Communications che da giovedì possono iniziare l’eliminazione di tutti dati. Naturalmente tutto ciò è un po’ ingiusto anche perché alcune aziende avevano salvato alcuni dati proprio su questi.
L’avvocato di Megaupload ha dette che ben 50 milioni di utenti rischiano di perdere i loro dati, ma ha aggiunto che spera di utilizzare questi per dimostrare in parte l’innocenza del suo assisito…
Staremo a vedere.
Per chi non lo sapesse sul blog ufficiale di Facebook è stato comunicato che da febbraio il profilo “normale” sarà cancellato e tutti gli utenti dovranno impostare un profilo nella forma diario (più correttamente Timeline), ora facoltativo.
Tutti gli utenti riceveranno una notifica e entro 7 giorni dovranno apportare le modifiche al loro profilo.
Bisogna anche ricordare che mercoledì primo febbraio Facebook sbarcherà a Wall Street.
Che dire, un altro motivo per odiare questo Social Network da sempre più interessato a imporre costantemente agli utilizzatori di modificare le impostazioni che modificano solo la parte esteriore del profilo tralasciando, invece, di salvaguardare in maniera efficiente la privacy.
Quindi un Facebook è interessato solo all’aspetto affinchè possa esser quotato maggiormente in borsa, un po’ come si fa con le case prima di metterle in vendita: noi siamo considerati come prato o dei mobili da sistemare. Se pensate che sia giusto… Qua il link al blog ufficiale
Nel caso non lo sappiate, sembra che il cancelliere tedesco sarà presente durante i comizi elettorali del presidente francese durante la campagna in primavera.
La Merkel è laurata in Fisica
Esiste un periodico francese chiamato Echo Des Savanes ( fallito nel 2008 e ripreso di recente) che può essere considerato il gemello più vecchio della rivista italiana di Vauro e Vincino, Il Male, che spesso ha preso in giro il presidente francese e appena ritroverò un numero acquistato quest’estate vi posterò una vignetta. Intanto potete vedere( in questo link) delle vignette storiche.
L’auto in questione è stata progettata dal Boston MIT Media Lab e si presenta come una solita microcar. La differenze principali che la contraddistinguono sono tre:
La possibilità di piegarsi durante il parcheggio, come potete vedere in figura l’auto si piega verso l’alto facendo in modo di poter stare in parcheggi di dimensioni più ridotte.
Ha una batteria che permette di raggiungere i 120 Km con una buona autonomia e un controllo automatico della velocità per evitare che in città superiate i limiti imposti.
"La macchina da tenere in borsetta"
Il motore o più correttamente i motori sono elettrici e sono posti all’interno delle ruote permettendo a esse di muoversi di 90°, così da rendere ancora più agevoli le manovre in città.
Probabilmente, secondo gli inventori, questo modello dovrebbe riempire le città europee a partire dal 2013. Intanto coloro che l'hanno progettata stanno facendo degli accordi economici per riuscire a trovare chi potrà produrre quest’auto. Staremo a vedere ma temo che sarà il solito flop… Anche perchè il prezzo risulta piuttosto elevato per questa microcar, probabilmente più di 15'000€.
"Shame" (la vergogna) è un film di Steve Mc Queen che ha partecipato all'ultimo festival di Venezia e che è da poco uscito nelle sale italiane. Il tema principale del film è la dipendenza sessuale e tutte le problematiche che ad essaconnesse: il protagonista, Brandon, è talmente dipendente dal sesso da rifiutare qualsiasi vero legame affettivo, finendo per cadere in una profonda crisi interiore.
La trama del film è tutto sommato semplice, anche se spesso svelata tramite la sovrapposizione di piani temporali. Brandon è uno fra gli otto milioni di newyorkesi, tuttavia ci si accorge fin dalle prime scene della sua quasi inumana freddezza e della sua cura maniacale del corpo (tanto che le prime scene lo ritraggono nudo a percorrere gli stessi passi e ad ascoltare impassibile lo stesso messaggio supplichevole di una delle sue donne, il tutto accompagnato da un inesorabile ticchettio di sottofondo). La vita di Brandon si riduce al sesso e al lavoro, necessario a non dipendere da nessuno e a non essere schiacciato in un angolo. Avere un tale bisogno sessuale comporta anche l'esigenza di continui nuovi stimoli, e perciò di nuove amanti in continuazione.
Il meccanismo ben collaudato secondo cui aveva vissuto Brandon, una sera si inceppa. Ad accoglierlo nel suo appartamento dopo un giorno di lavoro, è una, musica inquietante e la presenza di qualcuno. Afferrata una mazza da baseball, Brandon entra in bagno, dove trova e spaventa a morte la sorella. Lei (Sissy) è una ragazza sbandata, che vive grazie alla sua voce (fa la cantante) e ha bisogno di un posto dove stare per qualche giorno. Fin da subito il loro rapporto si rivela pessimo: lui la considera invadente, disordinata e parassita, mentre lei lo vede scorbutico e alienato. Brandon appare estremamente duro nei confronti di Sissy, trattandola come egli tratta qualsiasi altra donna e rifiutandosi di aiutarla anche quando supplicato. In realtà, in poche occasioni, il protagonista sembra accorgersi dell'insensatezza di tale durezza: lo fa commuovendosi sentendo la sorella cantare, lo fa gettando via tutte le sue riviste pornografiche, lo fa correndo disperatamente per salvare la sorella; tuttavia sembra sempre troppo tardi, non abbastanza per una vera conversione.
L'unica speranza, a mio avviso, è data dalla scena finale: ripresentatasi la stessa situazione dell'inizio (Brandon in metrò che scambia occhiate con una ragazza attraente di fronte a lui), invece che inseguirla fino a farla scappare via, questa volta la guarda fissa negli occhi, aspetta che lei si alzi e, senza muoversi, la lascia scendere e disperdersi tra la folla metropolitana.
Guardare un film così non è semplice. Lo spettatore compie un viaggio completo all'interno dell'anima del personaggio, osservandolo pisciare, godere, correre, provocare e soffrire. Ma è proprio questa la grandezza del film: mostrare e far sentire addosso anche le cose di cui ci si vergogna, di cui non si vorrebbe parlare. Musiche e immagini vogliono rappresentare al massimo la parte più carnale e sotterrata dell'uomo, soffermandosi sulla doppiezza che viene a crearsi da ciò e sul dolore che tale spaccatura può provocare.
Il messaggio che ne ho tratto io è che il sesso così inteso, cioè unicamente diretto al piacere materiale, non solo è triste di per sè, ma può avere anche ripercussioni negative sugli altri e su sè stessi. Ci vedo, dunque, anche una critica estendibile alla società attuale, la quale purtroppo non esita a proporci esempi di persone d'accordo a vendere il proprio corpo per ambizione, anzi.
Mi sono incontrato con gli altri autori, dopo aver parlato un po' abbiamo deciso di cambiare nome. Dovete sapere che quando è nato questo blog la mia intenzione era diversa, infatti dal nome che aveva e dai primi articoli potete capire che si trattava di blog impostato sull'informazione per il gioco d'azzardo. Poi da quando sono venuti i nuovi autori gli argomenti del blog si sono ampliati e così il nome di prima non rispondeva più alle nostre esigenze.
(Dal momento che abbiamo ricevuto alcune critiche riguardo a come abbiamo trattato l'argomento, vorremo precisare che il nostro scetticismo verso questa valvola rimane una nostra opinione. Alcuni possono essere d’accordo altri no, ma nonostante ciò non crediamo assolutamente di aver scritto un articolo di parte anche perché, per coloro che fossero interessati ad approfondire l’argomento, sono presenti dei link che rimandano ai siti che invece sostengono tale invenzione. Dunque i commenti potranno esprimere, giustamente, approvazione o dissenso rispetto all’oggetto trattato ma non rispetto alla forma in cui è stato trattato, dal momento che, pur esprimendo una nostra opinione, abbiamo dato spazio anche a chi sostiene una tesi diversa dalla nostra).
Qualche giorno fa avevamo scritto riguardo ai brevetti e le invenzioni, mostrandovi i video di un servizio di Report del 1998.
I più attenti si ricorderanno che a metà servizio c’era stata l’intervista allo scienziato Pier Luigi Ighina che mostrava, oltre a un sistema per allontanare o richiamare le nuvole, una valvola che permetteva, secondo la sua teoria, di evitare i terremoti.
Riproduzione del progetto della valvola
Il funzionamento di questa valvola è semplice, forse troppo semplice e probabilmente non corretto, infatti lui affermava che la causa dei terremoti era l’accumulo di gas e quindi per poter evitare il terremoto sarebbe bastata una valvola in grado di far diminuire la pressione accumulata. La teoria sembra alquanto poco probabile, tuttavia, per confermare la sua tesi Ighina nel video mostra un foglio di giornale in cui si vede che un terremoto con l’epicentro vicino a Modena colpiva tutta l’Emilia Romagna a parte Imola.
L'articolo di giornale mostrato da Ighina
Naturalmente non voglio insinuare che i dati che Ighina mostrava nel video di 14 anni fa fossero falsi, magari all’epoca per qualche strano motivo Imola era stata risparmiata, ma naturalmente fu un fatto casuale.
Questo articolo l’ho scritto per due motivi: il primo per ridimensionare coloro che alimentano false speranze riguardo sistemi anti-sismici, per ora non ce ne sono. Poi volevo ancora rendere omaggio a Ighina, morto nel gennaio di 8 anni fa, che, sebbene possa essere considerato uno “scienziato pazzo”, è stato una persona di grande ingegno.
Qua sotto potete vedere il video in cui mostra il funzionamento della valvola e poi alcuni link che rimandano alle sua invenzioni .
Recentemente è stato documentato l’uso di Twitter nel continente Africano. Gli stati che utilizzano più frequentemente l’uccellino azzurro sono il Sud Africa e il Kenya. (Qua potete trovare l'infografica dei tweet in Africa fornita daWired)
Ecco un po’ di dati:
5'030'226 twiet provengonoeda su Africa e costituiscono metà dei tweet totali, invece dal Kenya 2'476'800.
La metà dei tweet sono stati scritti da dispositivi mobili
L’età media di chi utilizza twetter va dai 20 ai 29 anni
Possiamo notare come l’età degli utilizzatori sia più elevata rispetto all’età media di quelli Europei od Statunitensi, sicuramente ciò è dovuto alla minor ricchezza degli abitanti e infatti si nota anche che è il sud Africa, ovvero lo stato più ricco è filo-occidentale, che detiene il maggior numero di tweet.
Tutto ciò è molto positivo, infatti la diffusione di siti che permettono la condivisione instantanea può permettere a tutti gli uomini del mondo di venire a conoscenza dei fatti che accadono in quei paesi.
Sarà perchè da poco ho rivisto il film "Hotel Ruanda" ma spero proprio che questi sistemi possano sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica per evitare che accadono di nuovi tristi avvenimenti.
Con questo post approfittiamo per dirvi che da oggi potete seguire scommetto tutto che anche con Twitter, basta collegarsi, trovare il nostro omiumblog e cominciare a seguirci!
Qualche giorno fa, a Los Angeles, sono uscite le nomination ufficiali agli oscar 2012. I nomi dei film candidati all'oscar per il miglior film straniero erano già stati resi noti, mentre soltanto il 24 sono usciti tutti gli altri. A farla da padroni sono stati Hugo di Martin Scorsese e la rivelazione The Artist, film muto,di Michael Hazanavicius. Undici candidature per il primo e dieci per il secondo. Escluso illustre dalle nomination è uno dei previsti favoriti, Le idi di marzo di George Clooney. L'unico film italiano, oltre a Terraferma già escluso in precedenza, che poteva dire la sua, ovvero This must be the place di Paolo Sorrentino, negli USA deve ancora uscire, e quindi di italiano ci sono solo alcuni attori ma nessun nominato direttamente.
I film candidati come miglior film straniero sono cinque, i seguenti: Bullhead (Belgio), Monsieur Lazhar (Canada), A Separation (Iran), Footnote (Israele) e In Darkness (Polonia).
I candidati all'oscar per il miglior film sono invece i seguenti: The Artist, The descendants (Alexander Payne, con George Clooney), Molto forte incredibilmente vicino (tratto dall'omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer), The Help (Tate Taylor), Hugo (Martin Scorsese), Midnght in Paris (Woody Allen), Moneyball (Bennet Miller, con Brad Pitt), The tree of life (Terrence Malick), War Horse (Michale Morpugo).
I candidati per l'oscar al miglior attore protagonista sono: Demián Bichir (A Better Life) George Clooney (The Descendants) Jean Dujardin (The Artist) Gary Oldman (Tinker Tailor Soldier Spy) Brad Pitt (Moneyball).
Le candidate alla migliore attrice protagonista sono: Glenn Close (Albert Nobbs) Viola Davis (The Help) Rooney Mara (The Girl With The Dragon Tattoo) Meryl Streep (The Iron Lady) Michelle Williams (My Week With Marilyn).
Quelli per l'oscar al miglior regista sono i seguenti: Michael Hazanavicius (The Artist) Alexander Payne (The Descendants) Martin Scorsese (Hugo) Woody Allen (Midnight in Paris) Terrence Malick (The Tree of Life).
Queste sono solo alcune delle nomination, la lista sarebbe veramente lunga. Alcune segnalazioni che mi sento di fare sono la nomination a Pina di Wim Wenders all'oscar per il miglior documentario e dell'ultimo episodio di Harry Potter per la migliore scenografia. Appuntamento al 26 febbraio, notte in cui avremo tutti i risultati.
Ovosodo è un film del '97 diretto da Paolo Virzì e ambientato interamente a Livorno, città natale del regista (autore di altri film originali come "Caterina va in città", "Tutta la vita davanti" e "La prima cosa bella"). Virzì ha la capacità di affrontare diverse tematiche impegnative, come le problematiche legate all'adolescenza e le disuguaglianze sociali, pur mantenendo un tono allegro e ricco di ironia.
Il personaggio principale è Piero (interpretato da Edoardo Gabbriellini) , ragazzino cresciuto nel rione popolare chiamato Ovosodo e nato in una famiglia abbastanza disastrata (lui e il fratello ritardato sono affidati alla compagna nevrotica del padre, dopo la morte della madre e l'arresto del papà). Nonostante queste difficoltà, Piero riesce a trovare un varco per sè sia a scuola (guardare il video proposto per credere) sia nella "società dei grandi", aggrappandosi anche a poche persone in grado e soprattutto desiderose di aiutarlo, come la prefessoressa Giovanna (interpretata molto bene da Nicoletta Braschi).
Attraverso gli occhi e la storia di Piero, il regista esplora il mondo, gli stereotipi e la bellezza dell'adolescenza (nel significato latino di "adolesco": crescere). Quante volte, durante la visione del film, mi è capitato di assistere a qualche scena già vissuta o di sentire una frase già detta o pensata!
Beh è un film che consiglio caldamente a tutti gli amanti del cinema, a chi ha voglia di mettersi un poco (non troppo però!) a riflettere e a chi vorrebbe, per una sera, rivivere i bei tempi passati.
Giovanni Tizian, il giornalista della Gazzetta di Modena il cui caso stiamo seguendo sul nostro blog, noto ora in tutta Italia come primo giornalista del nord ad aver ricevuto minacce di morte da associazioni mafiose ed aver ricevuto una scorta a sua protezione, presenterà stasera il suo libro, Gotica: 'ndrangheta mafia e camorra oltrepassano la linea, a Modena, al Palazzo Europa in via Emilia ovest.
La frase scritta negli inviti alla presentazione recita: “Voto di scambio, corruzione elettorale, acquisizione societarie tramite usura, pizzo camuffato da servizi alle imprese, droga, incendi e minacce. Epifenomeni di un virus letale che dalla periferia Sud dell'Italia ha risalito la penisola, con uomini, mezzi e risorse. Un esercito che corrompe, paga, esige. E quando è necessario spara. Benvenuti a Gotica, oltre la linea della Resistenza”.
Questo è il tema di un libro coraggioso, di denuncia, costato a Tizian il rischio della vita.
Il libro sarà edito da Round Robin e il costo dovrebbe aggirarsi sui 15 euro. L'incontro è stato organizzato dalla sezione provinciale di Libera e dall'Associazione Stampa Modenese.
Per chi abita a Modena e dintorni è un appuntamento da non perdere per continuare a seguire -e soprattutto per non far cadere nell'anonimato- la storia di questo ragazzo. E, insieme, per rendersi conto di quanto l'illegalità sia dentro Modena, accanto a noi.
Al caso ha dedicato un servizio oggi anche RaiNews24, dopo la manifestazione di Roma di oggi dei giornalisti precari in suo "onore".
Proprio in questo istante è avvenuta una scossa molto forte di terremoto, l'ho avertita personalmente ( nel senso che tutto ha cominciato vibrare). Io abito nella provincia di Modena tuttavia penso che l'area che ha sentito le scosse sia più vasta ma non essendo un esperto ne avendo i mezzi giusti aspetto altre notizie.
Come saprete in questi giorni sono state frequenti le scosse in Emilia Romagna, tuttavia qua dove abito non si erano sentite per niente, ( tranne che per alcuni paesi di montagna). Adesso bisognerà vedere se verranno presi dei provvedimenti come chiusure delle scuole o altro.
Probabilmente tutti gli abitanti dell'Emilia Romagna si staranno chiedendo se queste scosse sono solo il presagio di qualcosa di più grosso. Vogliamo ricordare infatti che prima del grande terremoto dell'Aquila c'era stato molte scosse sismiche. Speriamo che non accada.
Il terremoto è stato avvertito, oltre che qui a Modena e provincia, anche in gran parte del nord Italia:
da Padova a Brescia, da Firenze a Genova, da Milano a Parma pare sia stato l'epicentro.
Fortunatamente non si segnalano danni a cose o persone, ma in molti sono scesi in strada per la
paura e in molti hanno chiamato i Vigili del Fuoco.
A Parma la scossa sarebbe durata circa quindici secondi, e la magnitudo, secondo le prime rilevazioni,
era di 5.1 sulla scala Richter. La scossa sarebbe avvenuta a circa sessanta chilometri di
profondità, sottoterra.
Questa, la più forte e avvertita da tutti, pare sia stata in realtà la terza della giornata; la prima
stamattina intorno alle 9.00, la seconda poco più tardi.
Il Giornale, di Alessandro Sallusti, propone un articolo in risposta al periodico tedesco Der Spiegel il quale ha affermato che tutti gli Italiani sono come il comandate Schettino: codardi.
Già dal titolo si può intuire la nota polemica che caratterizza l’intero articolo: “A NOI SCHETTINO, A VOI AUSCHWITZ” con un riferimento poco rispettoso al noto campo di concentramento durante il giorno della memoria.
Qua vi presentiamo una parte dell’articolo :
“Che i tedeschi siano una razza superiore lo abbiamo già letto nei discorsi di Hitler. Ricordarlo proprio oggi, giorno della memoria dell’Olocausto, quantomeno è di cattivo gusto. È vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell’articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno. A differenza nostra, che di passeggeri ne abbiamo salvati 4.200 e di ebrei, all’epoca della sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia. Era italiano anche Giorgio Perlasca, fascista convinto, che rischiò la vita per salvare da solo oltre 5mila ebrei. È vero, noi italiani siamo fatti un po’ così, propensi a non rispettare le leggi, sia quelle della navigazione che quelle razziali. I tedeschi invece sono più bravi. Li abbiamo visti all’opera nelle nostre città obbedire agli ordini di sparare su donne e bambini, spesso alla schiena. Per la loro bravura e superiorità hanno fatto scoppiare due guerre mondiali che per due volte hanno distrutto l’Europa.”
Possiamo affermare che l’autore dell’articolo ha fatto uso di una nota fallacia logica chiamata ironicamente Reductio ad Hitlerum e più correttamente legge di Godwin :
“Più si prolunga una discussione su Usenet più la probabilità di trovare un confronto con i nazisti o con Hitler si avvicina a 1”.
Solitamente questa legge si applica fra i commenti di un post o video, tuttavia si può trovare direttamente negli articoli, come in questo caso, anche perché essa è una particolarità di una fallacia logica conosciuta fin dai tempi di Aristotele chiamata Affermazione del conseguente:
Se A allora B B allora A
In questo caso può essere formulato se Hitler ha fatto B ( l’argomento del discorso), accade B allora esso è fatto da Hitler e quindi è sicuramente una cosa malvagia.
Nel articolo del Giornale la fallacia è usata come risposta a un’altra accusa, invece di cercare di confutare essa con argomentazioni inerenti all’argomento, fa uso di un paragone con Hitler e lo sterminio degli Ebrei per dire che i Tedeschi non possono permettersi di criticarci. Tuttavia questo ragionamento non ha alcun senso, poiché loro potrebbero rispondere allo stesso modo facendo riferimento ai morti per le crociate nel medioevo o per i “giochi” al tempo dei Romani. In questo modo non viene data importanza al singolo concetto ma al passato di colui che lo espone, rendendo vana qualsiasi affermazione.
Tuttavia le colpe del Giornale sono attenuate dal fatto che questa fallacia, in Italia, viene applicata anche in campi più concreti: chi dice o crea cose innovative non viene giudicato dall’idea proposta ma da ciò che la persona è, in questo modo vediamo brillanti scienziati od informatici che non possono sperare in una carriera dal momento che non sono imparentati con personaggi di spicco.
E finché non ci impegneremo per fare in modo che le cose cambino, allora forse dovremmo in parte ammettere di essere un po’ tutti codardi come Schettino.
Se l’Apple può dirsi contenta delle vendite dell’iPhone 4s
che nell’ultimo trimestre sono state le più alte di sempre non si può dire la
medesima cosa per la Nokia che ha avuto una perdita di ben 1,07 miliardi di euro. Da un po’ di tempo la
Nokia ha cominciato il suo lento declino, le vendite sono calate del 29% e in
particolare le vendite degli smartphone crollate del 38%.
Il lancio del nuovo modella Lumia non ha avuto gli effetti
sperati, molti siti riportano i dati delle vendite di questo modello dicendo
che superano il milione. Il dato preso singolarmente non è eccezionale ma non
può nemmeno essere considerato un flop, tuttavia, credo che esso indichi
l’inizio della fine. Con un semplice ragionamento possiamo intuire che la Nokia
non si trova in buone condizioni infatti, fino a qualche anno fa era ancora
diffusa la vendita di cellulari di fascia medio bassa, ora sempre più persone
hanno l’esigenza, o più che altro il desiderio, di avere uno smartphone. È risaputo
che questa è l’entrata principale della casa finlandese , ma dal momento che
alcuni paesi in via di sviluppo si sono arricchiti il mercato è cambiato e
Nokia non è riuscita a creare modelli a basso costo con tecnologie più elevate.
Ma la sconfitta più grande l’ha presa “sul fronte
occidentale” non riuscendo a tener testa non tanto all’iPhone inteso come
modello ma a tutto ciò che esso ha portato. Nokia ha fatto 2 grandi errori:
Non è riuscita a
proporre modelli che potessero contrastare realmente l’iPhone. Dopo l’uscita dello smartphone Apple la Nokia
si è limitata a creare modelli che erano ispirati malamente alla moda del
momento, ovvero schermi touchscreen,
prima resistivi ( elemento assolutamente
anacronistico) e schermi capacitivi poi. Non fece alcuno sforzo per migliorare
il software rimanendo attaccata al vecchio Symbian, che ora mai aveva fatto il
suo tempo. L’unico punto a favore erano le ottiche delle telecamere, ma come
ben potete intuire non poteva bastare. In questo modo portò sul mercato dei
modelli che erano praticamente delle copie fatte male dell’iPhone.
Non ha capito che il mercato della telefonia è cambiato. Non
è più il singolo modello che, grazie alle sue caratteristiche superiori, può
sperare di vendere più degli altri, ma oggigiorno sono il sistema operativo e
un app store dedicato che fanno la differenza. Infatti il successo della Apple
è dovuto in larga parte al fatto che l’iOs viene installato in tutti i modelli
e che vengono fatti frequenti aggiornamenti.
Ora è troppo tardi per cercare di riparare a questi errori,
tuttavia per non fallire potrebbe cercare di fare accordi con Android, che le
porterebbe un sistema operativo già rodato e di successo e un app store che,
non le porterebbe degli introiti ( magari una percentuale, non so esattamente
come vengano stipulati contratti di quel tipo), ma che le farebbe aumentare le
vendite. Sicuramente, come avevamo già detto in un altro post sul Nokia Lumia,
non è utilizzando il sistema operativo mobile di Windows che si può sperare di
risolvere i problemi.
Come si sapeva da tempo, e come avrete potuto vedere in tv lunedì 23 durante lo speciale "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, Ivano Fossati ha deciso di abbandonare la carriera di musicista. Continuerà a scrivere canzoni per altri, come ha detto, ma i suoi concerti sono finiti e molto probabilmente anche la sua discografia.
Fossati, nato 60 anni fa a Genova, inizia la carriera di musicista nel lontano 1971, a soli vent'anni, quando pubblica con i Delirium il primo album, "Dolce acqua". Il primo album da solista arriva nel 1973, "Il grande mare che avremmo attraversato". Il successo arriva nel 1979 con "La mia banda suona il rock" (la canzone omonima, in realtà, Fossati ha ribadito più volte di non poterla più suonare, ma gli ha in effetti regalato molto), restando più o meno immutato fino ai giorni nostri.
Attraverso i suoi dischi più importanti (si ricordino "La pianta del tè", "Lindbergh-Lettere sopra la pioggia", "L'arcangelo") la sua carriera è arrivata fino a "Decadancing", uscito lo scorso anno, una sorta di lascito ai suoi appassionati, che descrive con amara ironia il tempo in cui è scritto.
Durante la serata d'addio -intitolata La musica che gira intorno, ovvero Ivano Fossati-si sono alternati ospiti come Laura Pausini (in collegamento da Rio de Janeiro), Zucchero e Fiorella Mannoia. Ogni canzone scelta per la serata è stata anticipata da una breve intervista. Momento più emozionante della serata è stato il momento di "Mio fratello che guardi il mondo", suonata dopo l'intervento di un ragazzo afghano che ha portato la sua testimonianza di immigrato, reduce da un viaggio durato anni cominciato quando di anni ne aveva solo otto per arrivare in Italia.
Passando per i suoi più grandi successi, fra cui "Una notte in Italia", "La costruzione di un amore", "L'amore fa", Fossati ha poi suonato assieme a Zucchero e alla Mannoia "La musica che gira intorno", pezzo che dava il titolo allo speciale.
Un commovente discorso finale, chiuso con la frase "per tutti questi anni ho cercato di vivere una vita normale: fortunatamente, non ci sono riuscito", Ivano ha salutato tutti con "C'è tempo", canzone manifesto, probabilmente, di quello che lo ha portato alla decisione di ritirarsi a vita privata. Un Fazio quasi in lacrime e un tutti-in-piedi hanno chiuso la bellissima serata. C'era un pò di tristezza nell'aria, benché tutto fosse stato pensato e organizzato come una festa, perchè uno dei più grandi cantautori italiani effettivamente se ne va. Per fortuna non in senso lato, ma non avremo più modo di assistere ad un suo concerto o di attendere con ansia un suo nuovo disco. Forse.
Ciao a tutti! ecco l'inchiesta di Gaetano Alessi sulla mafia in Emilia che avevo promesso! E' un dossier molto chiaro e ricco di informazioni, ve lo consiglio vivamente. Il tutto si sviluppa intorno a tre filoni principali: mafia nel settore edilizio, bische e gioco d'azzardo, e fatti di sangue. I primi due campi sono sono descritti e sviluppati bene, mentre la parte riguardo a omicidi e sorvegliati speciali mi è parsa un po' caotica (soprattutto per chi, come me, è all'oscuro di molte indagini svoltesi o in corso) Le prime pagine sono dedicate all'origine dell'infiltrazione mafiosa in regione (risalente grossomodo agli anni '60, per via del cosidetto soggiorno obbligato)...chi ha letto Gomorra o è un minimo interessato all'argomento sentirà nominare nomi già sentiti di boss che sono passati di qua( come Giacomo Riina, Gaetano Badalamenti, e Francesco Schiavone!). L'idea che si fa largo è quella di Emilia come terra di "multiculturalismo mafioso", data la presenza attestata e la convivenza di camorra, cosa nostra e 'ndrangheta. Beh questo è quanto, riporto alcune frasi a mio avviso significative. Hasta la vista!
"Solo quando si parla di omicidi si avverte la presenza delle mafie e la forza del loro potere che, però, non è solo un potere di vita e di morte ma anche un potere di tipo economico. Hanno bisogno di soldi per diventare ancora più potenti e anche in questo hanno esportato il loro modus operandi." -> per comprendere il "modus operandi" leggersi il resto del dossier :) !
"in questa regione infatti non ci si è mai posti davanti alla scelta tra Stato e mafia, perché c’era solo lo Stato. Uno Stato forse non pienamente efficiente ma uno Stato presente, presente nella stessa misura in cui era assente un anti-Stato. Per queste stesse ragioni, l’antimafia dovrebbe essere più forte e più radicata rispetto alle realtà meridionali, forse dovrebbe essere naturale, qui, fare antimafia ma non è così perché evidentemente non è ancora un sentito comune la percezione di tale fenomeno. "Sicuramente il problema di Bologna è l'indifferenza quindi alla fine della fiera c'è più passione in chi fa antimafia nel meridione che in Emilia-Romagna” – dice il Procuratore Lucia Musti . Ma è davvero “indifferenza?” ".
"C'è un'industria in Italia che ride di fronte alla crisi economica che da anni attanaglia le grandi potenze occidentali. Un'industria che affonda proprio negli effetti di questa crisi le radici della sua prosperità. Stiamo parlando dell'industria del gioco d'azzardo che, nel 2011, è diventata ormai la terza industria del Paese con un mercato che potrebbe toccare i 70 miliardi di euro a fine anno, piazzando il belpaese, manco a dirlo, proprio in cima a questa infelice graduatoria." (in Germania non si arriva alla metà...) "lunga serie di ulteriori problematiche legate alla dilagante febbre da gioco, a partire dall'infiltrazione della mafia nella gestione dei giochi fino ad arrivare allo sfruttamento che i gruppi mafiosi fanno di tutto ciò che sta intorno al mondo del gioco d'azzardo, e parliamo di usura, racket o riciclaggio di denaro sporco." "Dunque, lavorare sulle bische è decisamente più facile: le cosche coinvolte tendono ad inabissarsi e gli strumenti investigativi nelle mani delle forze dell’ordine e della magistratura per un reato come il gioco d’azzardo sono estremamente più limitati."
Su Scommetto tutto che abbiamo parlato spetto si brevetti e
invenzioni. In una ricerca recente ho trovato interessanti questi video su Youtube.
I video
costituiscono un servizio di Report andato in Onda nel 1998. Indipendentemente
dalla loro “età” sono ancora molto attuali e credo che siano i pochi che
descrivono in maniera dettagliata questo mondo a molti sconosciuto.
Il servizio
fa chiarezza sul lavoro degli inventori, in particolare intervistano Marcello
Creti, noto inventore durante il ventennio fascista, Pier Luigi Ighina, pseudo
scienziato aiutante di Marconi ( almeno lui affermava ciò), e un altro chimico
di cui non mi ricordo il nome.
Possiamo dire che se già nel 1998
depositare un brevetto era difficile e costoso, ora suppongo sia quasi impossibile.
I
motivi per cui non vale la pena deporre un brevetto sono semplici: in Italia da
alcuni decenni non verrebbe ritenuta valida nemmeno un’idea in grado di
rivoluzionare il mondo, che vuol dire niente finanziamenti, e nessuna certezza
che importanti aziende rubino le idee.
Come dice Ighina in questa intervista che senso ha
brevettare un idea geniale se poi nessuno la vuole?
L'articolo di Abbate si presta bene a introdurre l'approfondimento sulla mafia nel nord Italia che vorremmo iniziare. Infatti il giornalista di Espresso si fa lo scrupolo di affrontare la questione del riconoscimento della presenza mafiosa in Emilia, prima di iniziare a sfornare dati e nomi di inchieste in corso e archiviate: "Eppure tantissimi negano l'evidenza o la minimizzano: 'La mafia qui non esiste' è uno slogan ripetuto soprattutto da politici e imprenditori, ma che nasce anche da una cultura dell'onestà che non riesce ad accettare il contagio criminale. C'è chi non vuole vedere, per interesse o calcolo. Ma tanti non riescono ad aprire gli occhi, con casi clamorosi di prefetti che ignorano la realtà e persino di magistrati che respingono nelle sentenze l'ipotesi di un radicamento mafioso in questa terra. Una miopia che regala ai boss l'habitat perfetto per alzare il tiro." Come conferma l'estratto seguente, l'atteggiamento generale finora dimostrato dagli imprenditori emiliani (il 5% per lo meno dei quali paga il pizzo, fonte Sos-Impresa Confesercenti riportata dal dossier "Mafia in Emilia" del corso "Mafie e antimafie" coordinato da Gaetano Alessi, che verrà pubblicato a breve su questo blog) è omertuoso, probabilmente atto a tenere pulito il nome del territorio "E' quasi paradossale notare come la denuncia più importante sia venuta da due imprenditori campani trapiantati nel Modenese: hanno fatto arrestare il nucleo locale dei casalesi, incluso il padre del grande capo Zagaria. Peccato che gli emiliani sembrino non aver gradito." Chiaramente l'atteggiamento sin qui mostrato da imprenditori e dalle altre persone che hanno taciuto è il più sbagliato che si possa prendere, perchè costituisce un "avanti prego" al nuovo arrivato e rende difficili le indagini di coloro che veramente dovrebbero lavorare per noi e darci protezione. La mafia a cui si riferisce è quella siciliana, napoletana, e calabrese, come si capisce quando dice: "Così nella nebbia padana hanno creato una zona grigia dove si incontrano professionisti bolognesi e capi siciliani, politici parmensi e padrini casalesi, medici romagnoli e killer calabresi, imprenditori modenesi e sicari campani: uniti per corrompere, riciclare, investire, costruire. " Corrompere, riciclare, investire, costruire.
Il resto dell'articolo è discreto, anche se manca di descrivere l'infiltrazione mafiosa nel settore edilizio, le bische clandestine e il gioco d'azzardo, il business della droga, e i fatti di sangue di matrice mafiosa. Inoltre manca, a mio avviso, una più netta distinzione fra le tre diverse mafie che hanno influenza in Emilia, ma è chiaro che non si può pretendere troppo da un articolo di così poche pagine. Invito comunque tutti a leggere l'articolo, perchè scorre via in fretta e fornisce un'infarinatura niente male sull'argomento.
Ogni volta che si parla di mafia, il rischio che si corre è di cadere nel banale e di restare in qualche modo distaccati dal problema. Effettivamente, soprattutto da noi cittadini del centro-nord Italia, la mafia stessa è vista spesso come qualcosa di lontano (del sud Italia magari) e che più di tanto non ci riguarda. Questa sezione del blog nasce proprio per sfatare tale idea, la mafia esiste eccome, e NON SOLO NEL MEZZOGIORNO. Una decina di giorni fa è apparso su Repubblica un articolo che ha fatto notizia: "Modena, sotto scorta per i suoi articoli sulla mafia del Nord". Si tratta di Giovanni Tizian, giornalista di origine calabrese della Gazzetta di Modena e attivo anche online per diversi blog, come Linkiesta per esempio. Il caso di Tizian colpisce soprattutto per la vicinanza geografica, a conferma del fatto che la mafia è radicata anche in Emilia: trasferitosi con la madre a Modena quando era bambino (dopo l'omicidio del padre da parte della 'ndrangheta), Tizian cresce e diventa un giornalista d'inchiesta, specializzato nell'influenza dell'ndrangheta sul nord Italia. Evidentemente le sue parole iniziano a dare fastidio a qualcuno, tanto che all'ennesima minaccia gli viene assegnata la protezione armata. A fianco dell'articolo era riportata un'eloquente tabella (fonte Ossigeno per l'istruzione), secondo cui nei soli primi nove giorni di questo gennaio ben 4 giornalisti sono già stati coinvolti in minacce da parte del malaffare, 324 nel 2011. Ci tengo a dire che, non essendo dei magistrati, ciò che noi potremo dare non saranno tanto degli scoop di ultim’ora, ma sarà INFORMAZIONE: posteremo articoli, interviste, dossier, video e qualsiasi altro tipo di documento che potrebbe sfuggire, accompagnandoli con le nostre opinioni. Come dicevo all’inizio, per MAFIA non si intende solo la criminalità organizzata del Sud (cioè Cosa nostra, Camorra, ‘Ndrangheta, e Sacra corona unita), ma anche le cosiddette infiltrazioni al centro - nord, che ormai infiltrazioni non lo sono più di tanto ma sono vere e proprie organizzazioni indipendenti (come dimostrava il servizio di presa diretta del 12/01/2012)
E' uscito lo scorso 4 gennaio l'ultimo film di quello che è riconosciuto come uno dei migliori e più famosi registi al mondo, Clint Eastwood. Il titolo è "J.Edgar", e narra la storia di J.Edgar Hoover, capo dei servizi segreti americani dal 1924 al 1972 e uno degli uomini più influenti della storia americana di metà novecento.
Il film, lungo più di due ore, narra la storia della vita di Hoover (interpretato magistralmente da Leonardo di Caprio), a partire dalla giovinezza e dal suo ingresso nell'FBI, a 29 anni. Hoover appare come un uomo duro, rigido e mirato alla carriera e alla difesa stoica della patria, bollato a vita dall'ideologia conservatrice.
La vita di Hoover scorre attraverso gli incontri e i casi fondamentali che lo portano, gradino dopo gradino, a fare di sè l'uomo che è stato poi consegnato alla storia. Fra questi incontri, anche quello con Clyde Tolson (Armie Hammer), l'unico -pare- amore della sua vita. La psicologia del protagonista si dispiega principalmente attraverso due rapporti: quello con Clyde, tormentato, oscuro e minato dal tabù dell'omosessualità (chiaramente ingigantito per un uomo tutto d'un pezzo come appariva Hoover, specie se a capo dell'FBI), e quello con la madre di Hoover, interpretata da una splendida Judi Dench.
La madre è l'unica che ha veramente capito J.Edgar, l'unica che conosce ogni sua nascosta incertezza, l'unica che sa davvero da che parte prenderlo per risollevarlo nelle difficoltà del portarsi dietro un'immagine di uomo pubblico tanto spigolosa. E' lei, anche, la fonte degli ideali fortemente anti-bolscevichi (portati all'esagerazione e quasi alla satira nel corso del film) e, come detto, conservatori di Hoover.
Per conoscere la trama basta leggere una breve biografia di Hoover: caso Linberg, caso Dillinger, una serie di successi professionali che hanno come contrappeso sulla bilancia una profonda insoddisfazione sull'ambito delle amicizie e degli affetti, quasi nulli. Tanti i riferimenti agli ambiti bui della storia americana, come gli assassini di Martin Luther King e di Bob Kennedy, la corruzione di Richard Nixon. Poco o nulla di "filmesco" aggiunge alla storia Eastwood. Piano piano si fa largo l'idea che tutta la florida carriera di Hoover sia esattamente quello che in realtà è, una proiezione di una maschera di un uomo dilaniato interiormente, incapace di ammettere a sè stesso quello che è. Il volersi imporre una morale e voler rivoluzionare il sistema di giustizia fa a pugni con l'essere giusti. Quella che è per me la scena fondamentale, nel finale, vede gli anziani Tolson e Hoover a cena insieme, come sempre nella loro vita.
Clyde racconta quello che era veramente successo nelle risoluzioni dei casi sopra citati, che non coincideva con la versione della stampa che fino a quel momento anche il film aveva presentato; la verità vedeva un Hoover defilato nelle azioni e non leader carismatico come aveva voluto dipingersi. La sequenza è simbolica rispetto a quello che credo sia il senso del film.
La storia volge al termine con la morte di Hoover, nella sua villa, con la sua badante di colore e Clyde che andrà a piangerlo subito. Ma sarà praticamente l'unico. L'opinione pubblica si maschera dietro alle frasi di circostanza nel ricordo di un uomo scomodo, il presidente Nixon tiene un discorso ricco di ipocrisia e luoghi comuni. La riflessione sulla brevità della vita umana chiude il film.
Per quello che è il mio pensiero, questo non è decisamente il miglior film di Eastwood: ero solito terminare le visioni dei suoi film o con un pugno nello stomaco o con le lacrime agli occhi, stordito dalle emozioni narrate.
Questa volta "J.Edgar" mi lascia insoddisfatto, come se mancasse qualcosa alla quadratura del cerchio, qualche elemento deve essere assente. La recitazione è ottima, come è buona anche la regia: il film risulta però troppo prolisso per una storia che, alla fin fine, non decolla mai, ma rimane più o meno sulla stessa falsa riga per tutto il film. Mi sono interrogato anche su cosa frulli in testa all'Eastwood uomo, oggi, conservatore e repubblicano da una vita che si confronta col passato torbido e oscuro degli uomini della destra americana, forse più che altre volte. Il risultato è un film a tratti confuso, quasi contraddittorio, che sembra voler essere democratico in una cornice completamente repubblicana.
Ma forse è proprio questo l'effetto che ha voluto creare il vecchio Clint, sottolineare la confusione della politica e delle ideologie? Vi consiglio in ogni modo la visione del film, specie per gli appassionati del regista.
Ognuno potrà trovare, credo, un significato diverso e proprio alla storia e alle sue sfaccettature.
Come avrete appreso, siti di condivisione di film e musica come megaupload e megavideo sono stati bloccati o chiusi.
Naturalmente si trattava di siti che illegalmente si arrichivano attraverso la pirateria e quindi tutti sapevamo che prima o poi sarebbero stati chiusi.
Ora il momento tanto non sperato è arrivato e molto probabilmente è finita l'epoca in cui, stanchi dai troppi impegni, speravamo di rilassarci davanti a un bel film visto al computer.
Tutti sapevano che era illegale ma per mettersi l'animo in pace si pensava: " Mi dispiace per gli artisti, tuttavia non mi va di pagare una sacco di soldi alla Siae (o in generale, qualunque parassita)", oppure dicendo:" questo film è degli anni 50, son tutti morti perchè devo dare i soldi?" e molte altre.
Certamente sono scuse, ma secondo me sono valide soprattutto guardando al futuro dello streaming su internet, CHI infatti guadagnerà a nostre spese dalla chiusura di questi siti?
Sicuramente la Apple che da un po' di tempo permette di comperare od affittare film da iTunes e Google che proprio qualche mese fa ha annunciato di volere fare una televisione su Youtube.
Io voglio sperare che questi due colossi abbiano avuto un colpo di fortuna accidentale e non indotto da loro stesse, poichè in quel caso non ci rimane che definirci schiavi della rete ( teoricamente lo potremmo già fare, abbiamo un numero identificativo, siamo sotto controllo attraverso i social network e in qualsiasi momento possono modificare, cancellare o censurare cioè che un privato crea).
Non bisogna dimenticare che anche le normali reti televisive ci
guadagneranno, infatti se prima era possibile vedere in anteprima
serietelvisive sottointitolate, ora dovremo aspettare che le
ripropongano, solitamente con un anno di ritardo, sui loro canali.
Rimane il solito paradosso: per difendere la libertà bisogna difendere chi ha infranto la legge, tuttavia c'è ha paura e quei tanti siti che ci hanno procurato un buon servizio saranno spazzati via e si punterà il dito contro di loro "cause di tutti i mali".
Nel nostro blog non abbiamo mai pubblicato un link a megavideo o siti simili e mai lo faremo poichè la legge non lo permette, ma siamo contro tutti quelli che ora, con rindondanti frasi, si scagliano contro i siti di streaming, prima da loro tanto amati e ora tanto odiati.
Cercate di essere coerenti, certo difendere un deliquente non è mai consigliabile ma almeno evitiamo di infierire su un condannato.
Come sapete ieri è venuto a mancare Giancarlo Bigazzi ( da
non confondere con il Bigazzi che mangia i gatti hehehe). Forse chiamarlo genio della musica italiana è
troppo, tuttavia è stato uno dei più prolifici parolieri e molte canzoni che di
certo avete sentito sono state scritte da lui. Ecco alcuni titoli: Luglio, Rose
Rosse, Lisa dagli occhi blu, Montagne verdi, Gloria e molte altre.
Se di “ giorno” si dedicava a queste canzoni
d’amore, col “buio della notte” si dedicava a ben altre canzoni d’amore,
infatti era il paroliere degli Squallor.
Forse alcuni di voi non hanno mai sentito canzoni di questo
gruppo, infatti la diffusione è sempre stata limitata a causa della censura,
tuttavia hanno fatto diversi album che si trovano ancora nei negozi di dischi.
Qua vi proponiamo alcuni video che in cui sono presenti le
loro canzoni:
Sembra che da qualche tempo in televisione non vengano trasmessi più film o programmi interessanti, tuttavia a volte non è così.
Naturalmente non
aspettatevi di vederli nelle reti principali ( rai 1,2,3 o mediaset4,5,6) ma
nei canali che sono stati aggiunti col digitale terrestre che, quando si
vedono, fanno tornare un po’ la voglia di guardare un film alla TV.
Ieri su Rai
Movie hanno trasmesso il film “ Il paziente Inglese”.
Il film è ambientato a Pienza (provincia di
Siena) nella seconda guerra mondiale, tuttavia fa ricorso spesso a dei flashback
che portano la narrazione a prima dello scoppio del conflitto. La pellicola
girata nel 1996 ha vinto ben 7 premi Oscar e mi dispiace averlo visto per la
prima volta soltanto ieri.
Concludo questo mini post con due consigli: di controllare i
programmi di Rai Movie perché a volte trasmettono dei bei film e di guardare “Il
paziente inglese”.