
Il film è stato recensito positivamente da
gran parte delle critiche cinematografiche di tutto il mondo, e ha vinto il
premio per la miglior regia al Festival di Cannes di quest'anno.
Il protagonista del film, di cui non si dice
mai il nome, è Ryan Gosling, già attore, fra gli altri film, ne "Le pagine
della nostra vita" e "Il sapore della vittoria": Gosling è
-perfettamente- calato nella parte di un personaggio di quelli che faranno
tendenza, sullo stile dei personaggi interpretati a volte ad esempio da James
Dean. Poche parole, stessi guanti, stessa giacca e stesse scarpe per tutta la
durata del film, atteggiamento imperturbabile. Gosling è un pilota che guadagna
da vivere facendo lo stuntman ad Hollywood e lavorando in un'officina dove ha
anche un grande rapporto di amicizia col suo datore di lavoro, Shennon (Bryan
Cranston). La prima scena del film fa subito capire che il protagonista ha
avuto anche rapporti con la malavita, e ha sfruttato le sue doti di grande
pilota per organizzare fughe dopo i furti. Ma non ha mai fatto male a una
mosca.
L'Autista si è appena trasferito a Los
Angeles, dove incontra la sua vicina di casa: praticamente è colpo di fulmine,
ma non dichiarato. Irene (Carey Mulligan) ha un figlio piccolo, Benicio, e un
marito in carcere, Standard. Gosling allora decide di passare il suo tempo ad
aiutare Irene e il bambino, con cui stringe due rapporti di forte amicizia. Nel
frattempo, Benicio viene liberato: giura di aver chiuso con la malavita, ma
Gosling lo trova sanguinante in garage pochi giorni dopo. Alcuni uomini lo
avevano malmenato dopo che Standard aveva rifiutato di compiere una rapina per
saldare un vecchio debito coi loro boss, giurando che le prossime vittime
sarebbero state proprio Irene e Benicio. Allora, l'autista e Standard, diventati
nel frattempo amici, organizzano una rapina, l'ultima per entrambi, con cui
saldare i debiti e chiudere definitivamente la storia. Ma questa va male, e
Standard viene ucciso dagli scagnozzi del boss creditore all'uscita del
negozio. L'Aautista scappa col denaro: da qui, si scatena la fame di vendetta
del protagonista, che non punta a tenersi il bottino della rapina (tanto che da
subito se ne vorrebbe sbarazzare) ma soltanto a fare giustizia sull'ingiusta
morte di Standard, che ha rovinato la vita di Irene e Benicio. La durezza delle
immagini che seguono da questo momento in poi può far pensare a un film che
punta solo sul sangue e sulla violenza per fare incassi, ma a me
"Drive" è parso molto di più: la psicologia profonda del personaggio
dell'autista fa riflettere, ed è affidata ad una frase pronunciata da Benicio
in un momento del film che apparentemente passa inosservato, mentre guarda la
tv: "non esistono squali buoni".
Lascio a voi la visione, ve lo consiglio
davvero: all'inizio pensavo si trattasse di un'americanata o di qualcosa di
simile, di un film basato su storie storpiate di famiglie mafiose che lottano
fra di loro come molti altri. La componente violenta c'è -il film è uno dei più
duri che abbia mai visto- sicuramente, ma non bisogna soffermarsi soltanto su
questa. La scelta della musica, i tempi che si spezzano all'improvviso
nell'andatura generale veloce del film, le interpretazioni rendono il film da
vedere assolutamente, magari al cinema dove l'effetto sonoro rende molto di
più.
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