Sono stati arrestati questa mattina 58 componenti di un'organizzazione italo-colombiana coinvolta nel traffico di cocaina tra Italia e America centrale. Le indagini, fatte dalla direzione distrettuale antimafia de L'Aquila, rivelano il trasferimento di circa 50 kg di cocaina proveniente dal sud America e un giro d'affari nel narcotraffico stimato di 7,5 miloni di euro. La notizia stupisce soprattutto per due cose:
-1 L'Abruzzo, dove si è svolto il grosso dell'operazione, è una regione considerata finora abbastanza isolata e insospettabile in ambito mafioso; i fatti di oggi invece la scoprono come un 'importante area di stoccaggio per il traffico di droga in Italia.
-2 L'operazione Barrik arriva a due settimane dal maxi sequestro di cocaina del 18 febbraio: quando ben 114 kg di cocaina erano stati trovati nel porto di Gioia Tauro, nascosti in un carico di zucchero e ricoperti di sterco per sfuggire ai controlli, erano destinati a Genova e da lì ad altre zone del nord Italia. Difficile pensare che l'ndrangheta non sia coinvolta.
Entrambe le notizie stanno passando piuttosto inosservate, purtoppo. Certo il fatto che in Italia si faccia largo uso di cocaina non è uno scoop sconcertante, di sconcertante c'è forse la passività con cui tutti noi non ci sconcertiamo e lasciamo correre.
Per ulteriori informazioni ecco il comunicato stampa dei carabinieri: http://www.abruzzonews24.it/62177/operazione-barrik-cc-teramo/
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