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La locandina del film |
Partiamo da un primo dato: 11 anni dopo, il processo ai poliziotti e ai manifestanti protagonisti dei drammatici fatti non si è ancora concluso, è in corso l'appello in Cassazione,.E' una vicenda contrastata, che non è probabilmente facile da ricostruire per la chiara diversità di testimonianze sull'accaduto, e forse non avrà mai un colpevole, come il processo sulla strage di Piazza delle Loggia ha decretato in questi giorni. Fatto sta che Amnesty International ha bollato gli episodi della scuola Diaz e di Bolzaneto come la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale. E, a scanso di equivoci, ha anche chiesto ripetutamente l'apertura di varie inchieste sulla vicenda.
Un secondo dato è che chi andrà nelle sale a vedere questo film non si aspetti di vedere un film imparziale: Vicari raccoglie le testimonianze delle vittime delle violenze e li mette nel suo film, che chiaramente interpreta la vicenda dal loro punto di vista e non da quello della polizia. Ma questo non vuol dire che il film non sia un riuscitissimo lavoro cinematografico, quello che potremmo chiamare lo "schierarsi" di Vicari si intravede solo in pochissime scene che, penso, non sono citate nelle testimonianze. Ma non sono scene che riguardino le violenze, sono immagini di contorno. Tutto quello che si racconta viene da deposizioni di sopravvissuti, perché di sopravvissuti bisogna parlare.
Per la visione del film è consigliabile una conoscenza di fondo dei fatti del G8, perché non si parla mai di quali fossero le motivazioni di una manifestazione mondiale tanto imponente né si raccontano i fatti precedenti alla Diaz. Perciò è praticamente inutile raccontare la trama, perché tutto il film si svolge praticamente in due giorni, il 20 e il 21 luglio 2001, ed è interamente concentrato su questi episodi. Per chi, dunque, stesse leggendo questa recensione e non conoscesse i fatti in questione, consiglio un rapido ripasso.
Diaz è, personalmente, uno dei film più duri e crudi che abbia mai visto, se non forse il più duro: non perché vi siano scene di genere splatter o simili, ma perché tutto quel che si vede è storia vera di un paese democratico e occidentale come il nostro, ed è storia di inizio 2000. Oscurato, forse, nella sua importanza dall'attentato alla Torri Gemelle che avvenne due mesi dopo e non studiato a scuola per motivi di programma, ma fondamentale a mio modo di vedere per capire lo Stato Italiano.
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Daniele Vicari |
Non è un film come un altro e per questo questa non è una recensione come un'altra, perché poco si può dire sulla prestazione degli attori e sulla qualità di fotografia, colonna sonora e regia (peraltro tutte impeccabili), ma molto si può dire sulle emozioni di ognuno di noi. Andate a vedere Diaz.