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giovedì 20 ottobre 2011

STEVEN WILSON TORNA CON GRACE FOR DROWNING



Per uno dei musicisti più attivi al mondo, fra i più poliedrici, riconosciuti e anche misteriosi, Steven Wilson, si tratta del secondo album pubblicato quest'anno, dopo "Welcome to my DNA" dei Blackfield. Ma le collaborazioni del leader dei Porcupine Tree sono tantissime, ultima in ordine di tempo il lavoro da produttore in "Heritage" degli Opeth.
"Grace for drowning" è, ufficialmente, il secondo album da solista di Wilson, dopo "Insurgentes" del 2008. Come ha spiegato l'artista, "Insurgentes" era un tuffo nella musica degli anni '80 che amava, mentre "Grace for drowning" va a pescare ancora più indietro, negli anni '70, nei King Crimson, nei Genesis, nei Pink Floyd. E' un disco, in qualche maniera, che si stacca completamente da "Insurgentes", per questa sua classica anima progressive e una psichedelia fortissima.
Il lavoro è fatto di due cd, della durata di circa 40 minuti l'uno, -durata tipica dei vinili, come ha voluto sottolineare Wilson- il primo intitolato "Deform to form a star" e il secondo "Like dust I have cleared from my eye".Come ha spiegato Wilson, nel testo di "Deform to form a star" sta un pò il senso del disco: la bellezza delle cose imperfette, volutamente rese o lasciate tali. Anche questo è un ricordo degli anni '70, e dei dischi che avevano alcune imperfezioni che li rendevano bellissimi, e a loro modo perfetti. I metodi di produzione non erano raffinati e impeccabili come oggi, e negli errori si poteva trovare qualcosa di irripetibile e affascinante. Nel primo disco sono tre le strumentali (se si considera che "Grace for drowning", il brano introduttivo, ha al suo interno solo dei cori), "Sectarian" è la più lunga e complessa, "Raider prelude" è solo un anticipazione di quello che è il secondo cd. "Deform to form a star", "No part of me" e "Remainder the black dog" sono tre canzoni in stile Steven Wilson, tanta psichedelia, tante tastiere, arrangiamenti polifonici e a tratti veramente geniali. "Remainder the black dog", si distingue per la sua lunghezza, ben 9 minuti e mezzo, per la sua estrema psichedelia mischiata ad alcuni riff hard-rock e, come "Deform to form a star", è uno dei pezzi migliori del doppio cd. "Postcard" è forse il brano più pop (!) dell'album, che è passato anche in radio in Inghilterra.
Il secondo cd si apre con la breve strumentale "Belle de jour", che assomiglia ad una colonna sonora di un poliziesco e, a ricordare la passione di Wilson per il cinema, si chiama come il film di Louis Bunuel del 1967. Segue "Index", uno dei singoli di cui è uscito anche il video: il brano, che narra della vita solitaria di un collezionista, si ricorderà perchè, come la clip, firmata come sempre Lasse Hoile, ha un'atmosfera inquietante e da thriller. Sulla stella falsa riga è "Track one" (che in realtà è la terza traccia..), anche questa uscita con un video come singolo. "Raider II" è una lunghissima suite (23 minuti) in cui Wilson mescola tutti gli elementi del suo stile compositivo, dai soliti momenti psichedelici ai riff progressive agli assoli stile jazz ai finali lunghissimi. Da ascoltare e godere a dispetto della lunghezza. Il disco si chiude con "Like dust I have cleaned from my eye", anche questa piuttosto lunga, 8 minuti, ma con un'atmosfera un pò più rilassata, meno onirica e più diretta all'ascolto, che si risolve in un finale di sole tastiere appena accennate.
Che dire, "Grace for drowning" non è un probabilmente un album facile all'ascolto per chi non ama il genere, ma merita veramente di essere considerato come uno dei migliori lavori del 2011. Come si sarà intuito magari confrontando le recensioni, si muove sulla stessa linea di "Heritage", ma quando questo mi era apparso scarno di idee e ispirazione, questo è l'esatto contrario, ricco di materiale e di genialità. I turnisti (alla faccia dei turnisti) nel cd sono nomi altisonanti nel mondo della musica, come Tony Levin al basso, Jordan Rudess alle tastiere, Steve Hackett alla chitarra, Theo Travis al sassofono. Senza contare l'annunciata partecipazione di Marco Minnemann alla batteria durante il  tour (che, purtroppo, non toccherà l'Italia).
In conclusione, voglio consigliare vivamente l'ascolto del cd, soprattutto per gli amanti del rock psichedelico, che vi troveranno sicuramente terreno di passione.
Voto: 8

Marco

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