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domenica 9 ottobre 2011

Recensione de: “La pelle che abito"



È da poco uscito nelle sale italiane il nuovo film di Pedro Almodovar, regista spagnolo di fama mondiale che ha firmato capolavori come la “Mala Educaciòn”(2004) e “Tutto su mia madre”(1999). “La pelle che abito” è un film di stampo molto originale che oscilla fra il drammatico e il thriller. Comunque lo si voglia chiamare, resta un film che affronta le tematiche tipicamente almodovariane: la follia, il sesso, l’ambiguità sessuale, la morte e la paura. Il film è tratto da “Tarantola” di Thierry Jonquet, la cui trama, già complessa e contorta, è arricchita da Almodovar con sottotrame e nuovi personaggi.
La storia si apre con l’arrivo di un uomo travestito da tigre (chiamato Zeca) alla porta della lussuosa villa del chirurgo Robert. A riceverlo è Marilia, sua madre e governante  della casa. Marilia lo riconosce solo dopo che lui ha mostrato alla telecamera esterna un grosso neo marrone situato sul fondoschiena. La donna apre il cancello con esitazione, consapevole che aprire la porta a Zeca significhi lasciare entrare anche grossi guai. Infatti si scopre ben presto che Zeca è ricercato dalla polizia per furto. Poco dopo accade il fatto chiave per la storia del film: accortosi della presenza in casa di un’altra donna (che egli scambia per Gal, moglie del chirurgo con la quale aveva avuto una relazione), Zeca si precipita da lei e, immedesimandosi nella tigre che abita, la stupra. In quel momento arriva Robert, il quale non esita un istante a sparare un colpo in testa a Zeca. A questo punto si apre una serie di flashback sulla sfortunata storia di Robert (interpretato da Antonio Banderas), che ha finito per renderlo un uomo pazzo, disinteressato di qualsiasi valore umano e schiavo della vendetta. L’altro personaggio studiato dal regista è Vera, la donna stuprata che è in realtà un maschio, vittima di una transgenesi degli organi sessuali e numerose operazioni chirurgiche imposte ed eseguite da Robert stesso in quella casa-clinica degli orrori.
Mettendo insieme i pezzi della storia, lo spettatore attraverserà uno ad uno i bassi fondi della natura umana: passando per la fame di denaro, la fame di sesso, l’omicidio, la menzogna, la vendetta, la doppiezza e le speranze infrante; trovandosi poi davanti ad un finale da interpretare. Consiglio la versione originale in spagnolo.

Giovanni

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